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Una mobilitazione per chiedere all’amministrazione di fare chiarezza sul futuro della Biblioteca comunale, sia per i lavori di adeguamento che per la gestione.

Quale futuro per la biblioteca di San Giovanni Rotondo? La mobilitazione è organizzata dal Collettivo BibliOn e dal circolo di Rifondazione Comunista «per porre l’attenzione pubblica sull’ennesimo esempio di fallimento dell’amministrazione sangiovannese», scrivono in una nota i promotori dell’iniziativa, il presidio si terrà domani, sabato 19 agosto, alle 17:30 davanti alla biblioteca in viale Cappuccini.

La Biblioteca comunale “Michele Lecce” è chiusa e inagibile da marzo 2023. L’ultimo comunicato consultabile sul sito internet del comune informa la cittadinanza  che la chiusura è temporanea e per lavori, evidenziando il periodo utile per l’esecuzione dal 12 marzo al 12 aprile.

«I lavori strutturali non solo non hanno ancora preso inizio ma manca qualsiasi tipo di comunicazione inerente alle motivazioni nonostante il lavoro sia stato già affidato– aggiungono i promotori del presidio- nonostante il lavoro sia stato già affidato. Di pari rilievo il fatto che la concessione per il servizio di gestione della biblioteca sia scaduto senza rinnovarne o modificarne l’affidamento. Non sono chiare neanche le intenzioni dell’amministrazione comunale di internalizzarne la gestione. Questo stato di incertezza potrebbe determinare la possibilità che la biblioteca rimanga ugualmente chiusa anche al termine dei lavori di messa in sicurezza a causa della mancanza di personale. Tale circostanza, in realtà, si è già verificata nel periodo pandemico. Il faro andrebbe puntato, oggi, sull’internalizzazione della gestione della biblioteca».

«Nostro interesse collettivo è che l’amministrazione comunale si assuma la responsabilità di indire bandi e concorsi all’interno del contesto pubblico per garantire a professionisti e professioniste del nostro territorio di ottenere un posto di lavoro giustamente retribuito, stabile e garantito. La privatizzazione del bene pubblico altro non fa che evidenziare l’incapacità e l’incompetenza di un sistema politico legato ai palazzi e pronto in ogni momento a scaricare la responsabilità della gestione delle proprie incapacità a privati, garantendo così conflitti di interesse, favoritismi parentali e infiltrazioni potenzialmente criminose. Unico risultato di questo atteggiamento consapevolmente deresponsabilizzato è quello di continuare a nutrire la cultura della delega». Conclude la nota.

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