È necessario continuare a camminare insieme, ognuno facendo la propria parte, per restituire dignità e libertà a questa terra bellissima ma deturpata.
“Seppur consapevoli che i passi da fare sono ancora molti e che bisogna continuare a percorrere la strada della giustizia ed individuare anche tutte le altre persone coinvolte nell’organizzazione nella realizzazione della strage, esprimiamo oggi la nostra soddisfazione per questo pezzo di verità restituito alla collettività. È necessario continuare a camminare insieme, ognuno facendo la propria parte, per restituire dignità e libertà a questa terra bellissima ma deturpata e schiacciata dalla presenza mafiosa. Un pensiero poi, oggi più che mai, va ad Aurelio e Luigi, vittime innocenti di questa strage, completamente estranei a qualunque collegamento con la consorteria mafiosa e che si trovavano loro malgrado sul luogo dei fatti solo perché si erano recati al lavoro, rimanendo vittime innocenti della furia omicida del commando di morte. Uccisi, come più volte sottolineato dal Procuratore Generale, perché testimoni oculari di tali efferati omicidi. Siamo e saremo sempre accanto alle loro famiglie e non ci stancheremo di chiedere che venga fatta verità e giustizia”.
In una nota Libera commenta la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bari che ha confermato la condanna all’ergastolo per Giovanni Caterino, di 42 anni di Manfredonia (Foggia) ritenuto il basista della strage del 9 agosto 2017 avvenuta nei pressi della stazione dismessa di San Marco in Lamis in cui furono assassinati il boss di Manfredonia Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma e i fratelli Luigi e Aurelio Luciani vittime innocenti della strage.