Il sindaco non si sottrae alle domande dopo il cambio di maggioranza e ricostruisce i vari passaggi che hanno portato al nuovo assetto politico, che definisce “una nuova geografia politica”.
Dopo l’ultimo Consiglio comunale piuttosto “vivace”, per utilizzare un eufemismo, il sindaco Michele Crisetti ci racconta che cosa è accaduto negli ultimi tempi tra gli esponenti politici, che cosa ha determinato il cambiamento o allargamento della maggioranza. In politica i dettagli e i distinguo sono importanti e dunque l’intervista parte proprio dal chiedere al primo cittadino di spiegarci da chi è composta la sua maggioranza oggi, anche perché questo non è emerso chiaramente nell’ultimo Consiglio.
I cinque o i quattro consiglieri hanno dichiarato anche in Consiglio comunale che non hanno nessuna intenzione di starsene all’opposizione, ci faccia capire da chi è composta la maggioranza?
«Partirei dal fatto che veniamo fuori da mesi in cui abbiamo avuto una seria difficoltà nella normale attività del Consiglio comunale. Bisognava uscire dallo stallo e riprendere l’attività amministrativa. Io ho fatto appello a tutte le forze politiche, in modo particolare a quelle che mi hanno sostenuto in campagna elettorale… »
E hanno risposto i tre consiglieri dall’opposizione…
«Ero ad un bivio, dimettermi o cercare di portare a termine, per il bene della città, quello che abbiamo fatto di buono in questi quattro anni e poi, non lo nego, c’è una visione condivisa, diciamo progettuale per il futuro. Il consigliere comunale è libero e può scegliere come spendere il proprio mandato, tra i consiglieri c’è chi ha cambiato tre o quattro partiti, soprattutto tra quelli che maggiormente mi criticano».
Va bene, però l’assessore Lucia Palladino in Giunta è espressione di chi?
«È espressione politica dei tre consiglieri che dall’opposizione si sono resi disponibili a lavorare con noi per chiudere questo mandato e ragionare di una alleanza per governare la città, provando a vincere le elezioni del 2024 (Giuseppe Mangiacotti, Giuseppe Miglionico e Michele Centra, ndr)».
Canistro ha preso le distanze da questo gruppo, Antonio Pio Cappucci, Gaetano Cusenza, Domenico Gemma e Mauro Ciavarella sostengono che lei non gli ha convocati per chiedergli il nome del nuovo assessore dopo le dimissioni di Steduto, è così?
«Questo gruppo ha chiesto l’azzeramento di tutta la Giunta, dopo che l’ultimo assessore ha avuto problemi con loro e si è dimessa. Secondo loro io avrei dovuto togliere assessori che sono espressione di altre forze politiche e volevano ottenere questo con il metodo del blocco delle attività amministrative, non presentandosi in Consiglio, a questo io ho reagito».
La maledizione delle coalizioni elettorali?
«Questo io non lo dico… se lo dice lei».
A proposito di coalizioni elettorali, voi fate riferimento al M5s nel documento di accordo amministrativo, ma mi pare che la consigliera comunale Palladino non ha nessuna intenzione di appoggiarla oggi, e non si vede all’orizzonte una possibile alleanza…
«La consigliera ribadisce ad ogni occasione che non vuole avere nulla a che spartire, io non dispero per il futuro. Certo non può essere un problema per il M5s che ci sia stato questo allargamento anche perché nel corso di questi anni sono state numerose le iniziative che ha condiviso con i tre consiglieri che fino alla settimana scorsa svolgevano un’azione di opposizione con azioni spesso condivise dal M5s. Certo a livello regionale, provinciale la direzione è quella di alleanze per sconfiggere la destra».
Tornando all’allargamento della maggioranza, di chi è stata la regia dell’operazione politica? Del Pd?
«Abbiamo discusso con tutta la maggioranza, con le forze politiche e abbiamo deciso di scrivere un documento politico che poi è stato divulgato per superare il periodi di stasi, come le dicevo,e pensare al futuro».
In quel documento manca il suo nome come candidato sindaco dell’alleanza…
«Perché non è stato fatto con quell’intento, ecco io non ho posto questa condizione ai gruppi politici, perché non credo che sia l’intento del documento. Anzi questo rafforza la natura programmatica dell’accordo, che guarda ad una alleanza di un anno di amministrazione e pone le basi per una discussione sul futuro».
Lei è stato criticato da alcune forze politiche per questa decisone, qualcuno ha anche detto che a San Giovanni Rotondo è inutile votare se poi le cose vanno in questo modo, lei pensa che sia importante votare?
«Ritengo ancora utile votare e agli elettori bisogna presentarsi per essere giudicati dopo la fine della legislatura. Credo che appunto si debba essere giudicati su quello che si è fatto, delle cose realizzate. Per questo è importante».
Si, anche per la coerenza…
«Credo che non sia stato facile per nessuno. Non creda che sia stata una decisione facile. Io personalmente ho fatto prevalere una visione politica agli aspetti umani, più personali. Spesso in politica è necessario».