Agenzia Valerio

A colloquio con l’assessore alla viabilità del Comune di San Giovanni Rotondo, dopo che nessuna ditta ha risposto al bando per la gestione dei parcheggi nella città di San Pio, ecco come vuole procedere l’amministrazione.

Non appare fiducioso l’assessore Giuseppe Siena (foto), e come nel suo stile non fa giri di parole, arriva diritto al fulcro della situazione. Risponde alle nostre domande dopo che nessuna ditta ha mostrato interesse per la gara per la gestione dei parcheggi in zona santuario e nel centro cittadino (articolo 17 ottobre).

Come procederete dopo che la gara è andata deserta?
«Ho contattato, subito dopo la gara deserta, i sindacati provinciali per poter confrontarmi e per valutare anche con loro come procedere. È chiaro che il grosso problema è quello del numero elevato di lavoratori. Nella riunione che abbiamo tenuto in comune, la settimana scorsa, siamo arrivati ad una determinazione, quella di rivedere il quadro economico per rivedere il tutto e rendere più appetibile la gara che a breve sarà resa pubblica».
In che modo?
«Con la diminuzione dell’aggio per il comune e qualche aggiustamento dal punto di vista delle attese sugli incassi. Abbiamo rifatto il quadro economico. Ho anche elencato le mie perplessità in una lettera, perché, è vero che si diminuisce l’attesa di incasso, ma rimangono 550 mila euro fissi sul personale e quindi si riduce per l’azienda il margine per poter ottimizzare i costi. È chiaro che essendoci quel costo fisso rimane molto risicato l’introito, quindi il rischio d’impresa diventa molto alto e, soprattutto, diminuendo gli incassi è chiaro che aumenta notevolmente il rischio di impresa».
Quindi? Mi pare molto pessimista…
«Si. Ritengo che anche la prossima gara, sia pure con la rivisitazione dei costi, sicuramente avrà poca fortuna. Ho espresso queste perplessità, naturalmente dicendo anche che l’amministrazione per la questioni lavoratori è aperta anche nel rifare la gara. Però mi sembrava serio dare delle indicazioni in merito alle perplessità che ho».
Quindi i trentatré dipendenti sono un numero elevato, come uscirne?
«L’unico modo per poter procedere, e coinvolgere l’imprese, poteva essere con un “project financing” dove si andava realmente ad analizzare la questione lavoratori: il numero di anni di servizio, quando vanno in pensione. Cioè calibrare  la gara  in maniera tale che l’impresa poteva non avere margini i primi anni però dopo poteva costruire il suo introito, successivamente poteva trovare l’operazione vantaggiosa. Questa è una soluzione, l’altra è quella di rivedere il numero di dipendenti. Magari tra i trentatré lavoratori ci sono alcuni che già stanno lavorando, ecco, si dovrebbe avere anche l’onestà di dirlo e dire non mi interessa più perseguire questo “sogno”, che mi pare si sia trasformato in un incubo».
Scusi, rispetto a quando ha presentato il progetto in Consiglio comunale, che sembrava ottimista, cosa è cambiato?
«Ero ottimista perché avevamo intravisto dei margini. È cambiato che le attese di incasso sono un po’ diminuite, rispetto ai 900 mila euro si sta parlando oggi di 800, si è abbassata. Si sono rivisti sostanzialmente i numeri. Dobbiamo creare le condizioni per avere un maggiore margine per le imprese».

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