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Riunione di maggioranza con richieste di dimissioni dopo il voto del 25 settembre, il Pd non ha digerito la dichiarazione di voto dell’assessore per il presidente Giuseppe Conte.

Il Pd di San Giovanni Rotondo non ha digerito il risultato elettorale del 25 settembre, i voti trasversali presi dal presidente del M5s Giuseppe Conte (7.372 i voti, mentre la coalizione di centro sinistra si è fermata a 1.524 di cui 1.181 al Pd) potrebbero avere ripercussioni sulla maggioranza guidata dal sindaco Michele Crisetti. Tre esponenti della maggioranza hanno dichiarato pubblicamente di votare per Conte, contravvenendo all’indicazione di votare per il vice presidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese, si tratta dei consiglieri Antonio Pio Cappucci, Mauro Ciavarella e dell’assessore ai lavori pubblici Pasquale Chindamo.

E sono proprio le dichiarazioni di Chindamo, in questi giorni pronto ad inaugurare la sede della sua nuova associazione, che hanno irritato i dem locali. «Da premier si è dimostrato molto attento ai problemi della nostra città, sono circa 10 milioni di euro che abbiamo ottenuto grazie al CIS del governo Conte, e credo che questo sia stato frutto del suo impegno politico. Questa posizione è ovviamente strettamente personale e non incide in nessun modo sulla vita dell’attività amministrativa», ci aveva dichiarato alla vigilia del voto.

Il Pd guidato dal segretario Primiano D’Apote non è evidentemente dello stesso avviso, tant’è che nella scorsa riunione di maggioranza arriva la scomunica a Chindamo con la richiesta di dimissioni, ritenendo il voto a Conte come un grave comportamento politico”. “È inammissibile votare per il presidente di un partito che a Palazzo San Francesco siede tra i banchi dell’opposizione”, il mantra tra i consiglieri e assessori dem. Tuttavia non è chiaro, dopo l’incontro di maggioranza, se la richiesta di dimissioni sia un invito per l’assessore Chindamo o se è una richiesta esplicita al primo cittadino. L’eventuale sostituzione dell’assessore ai lavori pubblici non può non passare anche da un riassetto degli equilibri interni alla maggioranza, ed è questo uno dei passaggi più delicati della vicenda che, per qualcuno, suona già come il tentativo di aprire ad altre forze politiche, questo anche in prospettiva e come premessa di nuove forme di alleanze per le prossime elezioni amministrative. Nei prossimi giorni si capirà se ci sarà un affondo del Pd o se la ferita si è rimarginata.

In foto a sx il segretario del Pd Primiano D’Apote a dx Pasquale Chindamo con Giuseppe Conte.

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