In una nota il collettivo Koll.Era, formato prevalentemente da studenti universitari chiede conto del futuro della biblioteca Michele Lecce.
“A nove mesi dal nostro ultimo presidio siamo qui per porre, nuovamente, l’attenzione sulle sorti della Biblioteca comunale Michele Lecce con l’auspicio che essa possa essere al centro del dibattito cittadino in vista delle imminenti elezioni amministrative.
Risulta opportuno ripercorrere, brevemente, le alterne vicende che hanno caratterizzato l’alquanto deludente gestione amministrativa della nostra biblioteca, partendo dall’inizio del mandato dell’attuale amministrazione per arrivare fino ai nostri giorni. In seguito al DPCM dell’8 marzo 2020 l’amministrazione comunale – per uniformarsi alla normativa nazionale in materia di contenimento del contagio da COVID-19 – dispose la chiusura della biblioteca comunale. Con il successivo DPCM del 17 Maggio il governo individuò una serie di raccomandazioni (ingressi contingentati, dispositivi sanitari, linee guida etc.) per la riapertura delle biblioteche sull’intero territorio nazionale e la ripresa graduale dei relativi servizi. Tuttavia – seppur nelle forme parziali e controllate delle nuove disposizioni governative –la nostra biblioteca cittadina non è mai stata rimessa nella disponibilità della cittadinanza come invece accadeva nei comuni limitrofi (Foggia, Manfredonia etc.).Tutto ciò accadeva per un motivo tanto semplice quanto sconcertante: la mancanza di personale a causa degli intercorsi pensionamenti dei dipendenti comunali in servizio.
In altre parole, l’amministrazione comunale non avrebbe mai potuto adeguarsi alla graduale riapertura perché non è stata in grado di programmare una continuità del personale. Non ha indetto né dei nuovi concorsi né ha proceduto, nei tempi opportuni, ad una esternalizzazione della relativa gestione.
E questo ha determinato un “vuoto” che si è protratto fino alla fine di gennaio 2021, data in cui la biblioteca – seppur con accesso contingentato e solo tramite prenotazione – riaprì a seguito dell’affidamento alla cooperativa “cantieri di innovazione sociale”. Ben più di 5 mesi (tenuto conto del nuovo “stop” governativo dal 6 novembre al 3 dicembre 2020, che comunque consentiva l’organizzazione di servizi a distanza)in cui la nostra cittadinanza, spesso silente, ha assistito alla privazione di un bene comune a causa dell’incuria della nostra amministrazione comunale.
La programmazione e il lavoro della cooperativa è proseguito fino al 12 marzo 2023, giorno in cui l’amministrazione comunale ha disposto la chiusura della biblioteca a causa di lavori di manutenzione straordinaria. Questi ultimi si sarebbe dovuti concludere entro il 12 aprile 2023. In realtà quei lavori si sono protratti ben oltre quella data. Allo stesso tempo scadeva la concessione per il servizio di gestione della biblioteca senza che fosse chiara la volontà dell’amministrazione di rinnovarla o meno.
Un quadro incerto, confuso e approssimativo che ci costrinse ad organizzare un presidio il 19 agosto 2023davanti alla biblioteca per chiedere chiarimenti al Sindaco. In quella sede abbiamo avuto modo di esprimere alla cittadinanza le nostre critiche per i ritardi dei lavori e le nostre perplessità in merito alla scelta di esternalizzare un bene pubblico. Il primo cittadino, nelle stessa occasione, ci comunicò– anche per mezzo di un articolo pubblicato su una testata locale – come il ritardo dei lavori fosse dovuto alla presenza, sul tetto della biblioteca, di un’antenna e della relativa attrezzatura; e che i lavori si sarebbero conclusi “celermente” a seguito del loro spostamento ad opera dell’azienda proprietaria; allo stesso tempo ci informò che la concessione sarebbe stata rinnovata. Da allora la biblioteca è ancora inutilizzabile.
Resta un dato di fatto: dalla data della chiusura sono passati ben 14 mesi e la nostra biblioteca non è stata ancora riconsegnata alla città. Un tempo ingiustificabilmente eccessivo che ci lascia fortemente perplessi perché ci parla dell’assenza di una politica cittadina che sappia garantire tempi certi e programmatici dell’azione amministrativa e della sua incapacità di valorizzare le esigenze e l’aspirazione della cittadinanza, in particolare dei più giovani”. Il documento è firmato dal collettivo Koll.Era Circolo Luigi Pinto, Rifondazione Comunista