Continuano le polemiche e i chiarimenti sulla vicenda del gruppo di 40 persone, 14 adulti e 26 bambini con patologie piuttosto gravi, che sarebbero dovuti arrivare a San Giovanni Rotondo, l’opinione e le proposte del presidente dell’associazione dei genitori con disabilità.
Mario Riontino (foto) è il presidente dell’associazione dei genitori, “Il Mondo che Vorrei” di San Giovanni Rotondo, che si occupa dell’integrazione dei ragazzi portatori di handicap e delle problematiche delle loro famiglie, ed è rimasto particolarmente colpito da quello che accaduto nei giorni scorsi, quando il Comune di San Giovanni Rotondo è finito al centro di polemiche e articoli giornalistici per la vicenda della mancata accoglienza del gruppo di 40 ucraini.
«Più che la ricerca di responsabilità o l’opportunità di ospitare alcuni bambini con patologie, resta l’amaro in bocca per il lato umano della vicenda- ci dice Mario Riontino. Credo, appunto, che oggi non serva fare altre polemiche o cercare responsabilità», aggiunge il presidente dell’associazione sangiovannese.
«Sono in contatto con l’associazione “I sogni del Bambino”, ci sentiamo quasi quotidianamente, perché come genitore e come cittadino di San Giovanni Rotondo, dopo tutto quello che hanno dovuto patire, mi sento il dovere di mostrare con questi piccoli gesti, la vicinanza mia e della nostra associazione. Credo che in tutta questa vicenda sia venuto a mancare, non so per quale motivo oscuro, un po’ di umanità. Qualcuno, chiunque sia stato, nel prendere delle decisioni, anche delicate e di responsabilità, occorre ammetterlo, non ha assolutamente badato o pensato che, sia ai bambini che ai genitori presenti sul pullman, non interessa minimamente in quale posto venivano ospitati, ma per loro è importantissimo cercare il prima possibile un rifugio sicuro per scappare dalla guerra. I bambini con problemi hanno una sensibilità maggiore, essendo soggetti fragili e questo mi rattrista molto, ma quello che vivono i genitori è ancora peggio. Oltre ad affrontare problematiche quotidiane, che solo loro conoscono, ora si trovano ad affrontare anche una guerra assurda ed ingiustificabile. Non mi interessa come siano andate le cose dal punto di vista burocratico- puntualizza Riontino- ma credo che come Comunità sangiovannese non possiamo permetterci che ci possano essere dubbi sul nostro cuore e sulla nostra solidarietà. Anzi, ritengo che nella nostra città ci siano, invece, sia per bontà di cuore, che per strutture organizzative e strutture di accoglienza, tutti i requisiti necessari per accogliere queste famiglie, dove ci sono casi gestibili di ragazzi disabili, non gravissimi. Oltre alle strutture della Casa Sollievo, delle parrocchie, del Comune, delle singole famiglie. Oggi San Giovanni vanta delle strutture di eccellenza pronte a gestire anche casi difficili di diversamente abili, qualora ci fossero. Il Centro Valori, Gli Angeli di Padre Pio, i centri privati ABACO e NOVAMENTIS ,le scuole, le associazioni, la nostra e l’altra che si occupa di autismo, siamo in grado di poter dare il massimo dell’accoglienza e dell’aiuto a queste persone. Lo stiamo dimostrando in questi mesi con tante ottime iniziative alla quale ha contribuito spesso questa amministrazione e l’assessore ai servizi sociali, Maria Pia Patrizio. Lo stesso Centro Emma Francavilla di gestione comunale, può fare tanto. Sono certo che chi ha deciso abbia preferito una visione burocratica ad una visione umana- aggiunge Riontino, rispondendo alla nostra domanda diretta- ma ora dobbiamo necessariamente porre rimedio e cercare di attivarci per fare in modo che nella nostra città possano arrivare i profughi ucraini, senza distinguerli per la loro condizione o per le patologie. Oggi questi ragazzi sono sistemati in 26 in alloggi messi a disposizione del Comune di Aielli e 14 in quelle del comune di Cerchio, due piccoli paesi abruzzesi dove non penso abbiamo strutture e competenze come quelle che avrebbero trovato nella nostra città. Ora però basta, non mi interessano altre polemiche, dei giornalisti e di tutti i politici di maggioranza ed opposizione, ho apprezzato molto le parole del vescovo: la nostra comunità può e deve dare tanto. In uno stato di guerra come questo e di assoluta difficoltà, lo so che le responsabilità sono tante, ma qualche volta occorre assumersela perché si tratta della dignità e della vita di gente che soffre. Il nostro invito- conclude Mario Riontino- è quello di coinvolgerci in queste scelte difficili, vista la nostra esperienza di genitori e di volontari che operano in una associazione che si occupa proprio di disabilità. Ed ora, insieme, tutti, ripeto tutti, facciamo qualcosa di concreto assieme e facciamo vedere al mondo esterno che cosa è in grado di fare San Giovanni Rotondo. Noi ci siamo e già sabato 2 aprile in occasione della giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo, visto che stiamo organizzando un pranzo preparato e servito da ragazzi con disabilità, faremo una raccolta fondi e la doneremo a questa associazione abruzzese».