I cittadini contestano un progetto sbagliato che rischia di distruggere i valori culturali della capitale della cultura pugliese, proposto un tavolo di lavoro.
“Preserveremo, ove possibile, la pietra esistente e allo stesso tempo integreremo con materiale che possa salvaguardare la storicità dei luoghi e garantire uniformità tra gl’interventi già realizzati nella buffer zone. Siamo aperti a ogni discussione e non abbiamo pre-concetti ma deve essere chiaro che non permetteremo a nessuno di farci perdere questo importante finanziamento della Regione Puglia”, è in sintesi la posizione dell’amministrazione esplicitata durante l’incontro organizzato dalle associazioni dall’assessore Giovanni Vergura.
L’iniziativa, di venerdì 30 giugno, è stata promossa da Arci, Un Monte di Idee, Legambiente e Lega Consumatori, sul tema dei lavori di rifacimento della scalinata monumentale di via Torre dei Giganti.
“Non si può non registrare la chiara e nettamente maggioritaria scelta dei cittadini presenti a favore della salvaguardia della pietra di Monte, sottolineata anche dagli esperti che hanno introdotto la discussione, tratto identitario insostituibile della storia di Monte Sant’Angelo, presente tanto nella scalinata di Via Torre dei Giganti, quanto nell’area circostante la ‘Tomba di Rotari’. Dalla pubblica assemblea, infatti, è palesemente e chiaramente emersa la scelta a favore di un’opera di restauro della scalinata con il recupero dell’intero materiale esistente, contro un’idea di sostituzione dello stesso con nuovi materiali non meglio precisati o genericamente definiti come pietra calcarea”. Scrivono gli organizzatori dell’evento.
Netta la posizione del circolo di Legambiente che evidenzia come “parziali e insoddisfacenti le risposte dell’assessore ai lavori pubblici Giovanni Vergura”.
“Se è vero, infatti, che l’assessore si è reso ampiamente disponibile al pubblico confronto, cosa di cui si è espressamente dato giusto riconoscimento, è anche vero che negli interventi dello stesso non sono mancati ampi margini di non chiarezza circa le scelte che concretamente l’amministrazione porrà in essere nell’esecuzione dei lavori. Non è ancora dato comprendere, a tutt’oggi, se si è disponibili a commutare un progetto di ristrutturazione, quale è al momento, in un progetto di restauro, come noi ci auguriamo e come si sono chiaramente espressi la maggior parte degli intervenuti. Ricordiamo che la stima che è stata effettuata dai tecnici che sono stati incaricati dell’interventi limita al solo 30%la quantità di pietra locale recuperabile per le opere di rifacimento della scalinata di Via Torre dei Giganti e dell’area antistante la ‘Tomba di Rotari” e che pertanto il 70% di essa sarà sostituita con altri materiali edili”.
Legambiente contesta questa stima che, “oltre che essere superficiale, è spiegabile solo perché il progetto elaborato e in cantiere è improntato a un criterio di riqualificazione urbana che parte dal principio del rifacimento. Se fosse un progetto di restauro i criteri di valutazione sarebbero completamente diversi e si tenderebbe al recupero quasi totale del materiale esistente”.
Al termine dell’assemblea è stata formulata anche la proposta dell’istituzione di un tavolo di lavoro, tra amministrazione, cittadini, associazioni e tecnici, capace di pervenire in maniera interdisciplinare alla individuazione dei corretti interventi atti a salvaguardare la pietra di Monte esistente nei manufatti oggetto delle opere di rifacimento.