Il documento: antitrust, eliminazione accise, prezzi garantiti, fondo anti-chiusura e tavolo ortofrutticolo. Aziende zootecniche senza il mais ucraino, latte alla stalla sottocosto, ortofrutta al macero: un disastro .
L’immediata convocazione dell’Antitrust al fine di verificare e fermare l’aumento fuori controllo dei costi energetici; chiedere con forza a Parlamento e Governo l’eliminazione delle accise su carburanti e olii lubrificanti; convocare GDO, parte industriale e imprese agroalimentari per definire contratti che garantiscano ai produttori prezzi superiori ai costi di produzione. E poi, ancora: credito d’imposta sui costi di produzione in agricoltura; l’istituzione di un Fondo per la sostenibilità economica in agricoltura sia a livello nazionale che regionale; e, infine, la convocazione urgente di un Tavolo ortofrutticolo regionale per trovare soluzioni concrete a una crisi devastante del settore. Sono queste le 6 priorità sottoposte stamattina da CIA Agricoltori Italiani Puglia a Donato Pentassuglia. All’assessore regionale alle Politiche Agricole, l’organizzazione sindacale degli agricoltori ha consegnato il documento che apre un periodo di forte mobilitazione del comparto primario, schiacciato da una crisi epocale tra l’incudine dei costi di produzione e il martello di continue emergenze, da quella climatica ai danni sempre più ingenti causati dal proliferare senza controllo della fauna selvatica.
“Tale strumento proposto”, si legge nel documento di CIA Puglia, “è calcolato nella misura pari al 20% della differenza tra le spese sostenute per l’acquisto dei mezzi e fattori della produzione in ciascuno negli anni 2021 e 2022 rispetto a quelle sostenute, per il medesimo scopo, nell’anno 2020. Le spese oggetto dell’incentivo fiscale sono quelle relative all’acquisto di fertilizzanti, fitosanitari, mangimi, sementi e piantine, prodotti energetici. Il credito potrà essere utilizzato in compensazione o in alternativa cedendolo agli istituti di credito e agli intermediari finanziari.
Ora si aggiungono anche le ripercussioni della guerra in Ucraina. Le stalle delle nostre aziende zootecniche, infatti, sono fortemente dipendenti dal mais di cui Kiev è secondo Paese fornitore (700mila tonnellate). Il granturco è il principale ingrediente delle diete per gli animali (47%) e ora il conflitto in atto va a pesare su un prodotto che ha già subito nell’ultimo biennio un forte rialzo dei prezzi, che attualmente si attestano sui 186 euro/ton, in aumento del 24% rispetto al 2021.
“L’istituzione di un Fondo per la sostenibilità economica in agricoltura, sia a livello nazionale che regionale, si rende necessario a garantire la sopravvivenza delle imprese agricole schiacciate dagli aumenti dei costi di produzione e dei prezzi delle materie prime. Si propone una dotazione minima almeno di 50 milioni per l’anno 2022”.