Questa mattina Libera ha organizzato un momento di ricordo per le due vittime della strage del Gargano del 2017, presente anche don Luigi Ciotti.
Era il 9 agosto del 2017 durante la mattinata vennero uccisi i fratelli Luciani, Luigi e Aurelio, obiettivo dei sicari il boss Mario Luciano Romito. “Il tempo passa, la memoria resta”, ha detto il presidente di Libera don Luigi Ciotti. Arcangela Petrucci, vedova Luciani, ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Nel sesto anniversario della morte di mio marito e di mio cognato ho deciso di scriverle una lettera e lo faccio pubblicamente perché sono stata educata ad assumermi la responsabilità di ogni singola parola che dico e scrivo, anche se questo potrebbe comportare non pochi disagi. Luigi e Aurelio avevano una lunga vita davanti, tanti progetti da realizzare e invece in pochi attimi tutto questo è stato distrutto, spazzato via. Mi creda, signor presidente, letteralmente “offrirei” la mia vita se mio figlio (che all’epoca della tragedia aveva solo 11 mesi) oggi potesse trascorrere un solo giorno con suo padre, per raccontargli il suo primo anno di scuola, andare insieme in bici, assaporare un suo abbraccio e anche se per una volta soltanto potesse guardarlo negli occhi e chiamarlo ”papà”. La realtà, invece, è che a ogni ricorrenza mio figlio puntualmente salta su uno sgabello per guadare meglio la foto di suo padre incorniciata e posta su di un mobile per fargli gli auguri di buon compleanno, cantargli le canzoni di Natale, di Pasqua, augurargli una serena notte. Presidente Mattarella, sono così stanca, negli ultimi sei anni mi sembra di aver vissuto così tante vite che a volte non so più io chi sono e cosa devo fare. Ma oggi ancora una volta ad alta voce chiederò verità e giustizia per i miei cari e senza nessuna esitazione ribadirò ciò che anni fa è stato detto da Peppino Impastato: “La mafia è solo una montagna di merda». Questo tra i passaggi più significativi della lettera aperta della vedova Luciani al presidente Mattarella.