“Ieri è stata pubblicata una intervista al presidente del Parco Nazionale del Gargano, ad una prima lettura mi verrebbe da esclamare: da che pulpito viene la predica! Nell’intervista, il presidente non si preoccupa degli “ambientaloidi” (come li definisce lui) e giudica i 5 stelle carenti nell’approfondimento dei temi e nei rapporti politico istituzionali, elargendo, infine, sprazzi di una visione (solo la sua) di sviluppo dell’Ente, che al momento ha presente solo nella sua testa”. Si legge nel post della parlamentare del Movimento 5 Stelle, Marialuisa Faro.
Il riferimento è ad una intervista pubblicata ieri, domenica 17 gennaio, dal portale di informazione Foggia Today al presidente dell'Ente Pasquale Pazienza (Il Gargano secondo Pazienza).
“Gli Ambientaloidi, per quanto mi sia ritrovata anche io in mezzo ai giudizi degli ambientalisti, riguardo la ss693, l’atteggiamento che ho avuto nei loro confronti, è stato quello di avviare un dialogo per collaborare insieme quanto, invece, al presidente del Parco, l’atteggiamento nei loro confronti è stato di completa chiusura e prevenzione, già a partire dalle prime dichiarazioni, dove li definiva ambientaloidi. Se si cerca collaborazione, non è proprio una bella presentazione.Mi chiedo, quindi, siamo davvero noi quelli con scarse capacità politico -istituzionali?- Continua Faro. Cosa intende il presidente per rapporti politico - istituzionali? Di sicuro, ci ricordiamo uno squisito pranzo sul trabucco a Peschici, al quale è velocemente accorso per “dovere istituzionale” , invece di presenziare alla commemorazione dei fratelli Luciani. Eh già, quello sarebbe stato un bel segnale di correttezza politico - istituzionale nei confronti del suo territorio e avrebbe dato un forte segnale sul tipo di approccio che voleva usare per la gestione dell’ente appena consegnatogli. Mi preme anche ricordare che nei primi giorni del suo incarico la prima forza politica che ha mostrato apertamente la voglia di collaborare è stato proprio il M5S, infatti, ci fu un incontro con tutti i portavoce, a tutti i livelli, dove ci mettemmo a disposizione per contribuire ad una buona politica di gestione del Parco, che avrebbe dovuto coinvolgere l’intero territorio. Dunque, educazione “politico - istituzionale” vorrebbe che, se il Presidente chiede collaborazione ai rappresentanti del Territorio, si presuppone che questi ultimi vengano coinvolti nelle decisioni, con questo non dico che si voleva influenzare le sue decisioni, ma quantomeno, se auspicava un nostro sostegno, avrebbe dovuto conoscere e chiedere, almeno, il nostro punto di vista. Non è che si può prendere per oro colato tutto ciò che vuole fare. Quindi, anche qui, mi chiedo la scarsa capacità di approfondimento di cui ci accusa , prevedeva di accettare “senza approfondire” tutte le sue decisioni, senza se e senza ma?
Continuo e concludo dicendo che sapevamo sarebbe stato difficile cambiare faccia a questo Ente e sapevamo che alcuni soggetti componenti del Parco avrebbero taciuto pur di non perdere la funzione principale avuta fino oggi dall’Ente, ovvero un vero e proprio bancomat per pochi fortunati, ma noi non ci arrendiamo e non ci fermeremo di certo davanti a questo modo di fare. Ci saremmo aspettati di più da un accademico con il suo curriculum, ma bisogna fare, poi, i conti con la vera natura delle persone, che il curriculum purtroppo non rivela”.Conclude la parlamentare penta stellata.