“Ancora una volta la Commissione Invalidi Civili, integrata tra l'Asl e l'Inps, ha avuto torto dinanzi al Giudice del Lavoro”- spiega l’avvocato sangiovannese Giuseppe Placentino (in foto), responsabile dell’associazione Difesa Salute.
“Si tratta di un fatto del tutto eccezionale, nel 2014 ci fu un caso analogo avevamo avuto ragione, ma il bambino aveva 3 anni. Adesso, invece, l'età anagrafica è inferiore- aggiunge. Addirittura, anche un bambino di 3 mesi (quindi senza alcun limite di età), affetto da Emofilia A, ha diritto all'indennità di accompagnamento, e non solo all'indennità di frequenza, fin dalla data della prima domanda amministrativa".
“Si tratta di una decisione che crea un precedente importante, perché i genitori hanno richiesto l'indennità di accompagnamento quando il minore aveva appena tre mesi di vita. Nella casistica a noi nota, non esiste un caso simile. Un caso precedente di riconoscimento dell'indennità di accompagnamento si riferiva ad un bambino di 15 mesi di vita (Corte Suprema a Sezioni Unite, sentenza del 7 giugno 1991, n. 11329, dal massimario Italgiureweb, in www.giustizia.it, ndr). In un primo momento, gli era stata riconosciuta solo l'indennità di frequenza. Ma poi il processo è andato come noi avevamo preannunciato ai solerti genitori che si erano rivolti alla nostra associazione tramite l'emittente televisiva PadrePioTv”. Conclude Placentino.
L'emofilia è una malattia genetica ereditaria, che pregiudica il normale processo di coagulazione. Il paziente affetto, di conseguenza, è soggetto a emorragie prolungate, anche dopo banali traumi o tagli della pelle. A causare l'emofilia è la carenza, nel sangue, di un fattore indispensabile al processo coagulativo.